La strada per il governo in Schleswig-Holstein passa dal partito della minoranza danese e frisone

Il South Schleswig Voter Federation (SSW), espressione della minoranza danese e di quella frisone, pronto ad entrare nella coalizione di governo del Land con il Partito Socialdemocratico (SPD) e i Verdi. Although the Danish and Frisian minorities combined don’t add … Continua a leggere

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Censimento sulla lingua in Irlanda

I dati emersi dal censimento linguistico nella Repubblica d’Irlanda svelano che le persone in grado di parlare la lingua gaelica sono poco meno di 2 milioni, ma solo 77.000 lo parlano quotidianamente: A further 111,000 people use the language outside … Continua a leggere

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Bretagna: un passo in avanti verso la riunificazione

L’Assemblea Nazionale Francese approva un emendamento che potrebbe consentire il referendum sullo status della Loira Atlantica. Il Dipartimento dei Paesi della Loira non potrebbe continuare ad impedire la riunificazione con la Bretagna. L’emendamento potrebbe ancora essere modificato o bocciato dal … Continua a leggere

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Presentazione

L’Osservatorio sulle Politiche Comunitarie in tema di Minoranze (OsPCoM) nasce dalla volontà di realizzare uno strumento volto al monitoraggio, e all’indicizzazione, delle politiche comunitarie riguardanti le minoranze etniche e linguistiche presenti all’interno dei confini degli stati membri dell’Unione Europea. L’elevato numero di comunità etno-linguistiche cui viene riconosciuto lo status di minoranze, e le differenti politiche di tutela applicate nei confronti delle stesse, costituiscono una costante in tutti i paesi membri dell’Unione. In base agli studi condotti nella metà degli anni Settanta dalla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite, si definisce minoranza una comunità «insediata nel territorio di uno Stato in modo compatto o sparso, numericamente inferiore alla restante popolazione, i cui membri si differenziano dagli altri cittadini dello Stato stesso per caratteristiche etniche, linguistiche o religiose e manifestano, anche in maniera implicita, un sentimento di solidarietà allo scopo di mantenere la loro cultura, la loro lingua o la loro religione ». Normalmente un gruppo minoritario è tale non esclusivamente per la propria consistenza numerica, bensì anche, e forse soprattutto, perché, all’interno dello stato, i suoi membri sono, o sono stati, oggetto di forme di discriminazione attuate sia palesemente, per mezzo di statuti giuridici volti alla repressione in base appunto al concetto di diversità, sia in forma meno esplicita, attraverso statuti giuridici che, confondendo eguaglianza con omogeneità e omologazione, non riconoscono la/le diversità e non tengono conto degli specifici bisogni che ne derivano. In ragione di ciò si può affermare che le minoranze si definiscono tali in base ai rapporti con le maggioranze e quindi alla struttura degli Stati nazionali che si presumono rigorosamente monolingui. Nel glossario pubblicato nel 1995 dall’EBLUL (European Bureau for Lesser Used Language), si trova la definizione di lingua minoritaria: «una lingua che, come risultato delle sue strutture, dei suoi suoni, delle sue caratteristiche e della sua storia, è differente e distinta dalla lingua dominante di uno Stato, ed è parlata e/o scritta in un determinato territorio da un inferiore numero di persone ». Nell’attuale Unione Europea sono circa 60 milioni le persone che hanno come lingua propria una lingua minoritaria. Tutelare le lingue minoritarie significa riconoscere ufficialmente la loro esistenza e la loro specificità, e sostenerne e promuoverne l’insegnamento, l’uso nelle scuole e l’utilizzo in tutti gli ambiti della vita pubblica, dai media alla pubblica amministrazione, dalla toponomastica all’economia, fino alla produzione culturale. A tale scopo sono necessari strumenti giuridici di tutela che mettano a disposizione le risorse necessarie per sviluppare azioni di pianificazione linguistica (language planing) che comprendano strumenti – grafia normalizzata, dizionari, banche dati terminologiche, manuali scolastici – adatti all’utilizzo della lingua nei diversi ambiti comunicativi e come mezzo di produzione culturale, e garanzie circa l’uso delle lingue ammesse a tutela in tutti gli ambiti, a partire dai rapporti tra cittadini e istituzioni e dall’accesso ai mezzi di comunicazione di massa.

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